ALBERI IN FUGA

«(...) Ora, nulla vieta alla nostra immaginazione di farci andare oltre: si arriverà al punto di vietare i libri? Perché no? Si dirà che non sono green, con motivazioni apparentemente ragionevoli: sostenibilità, lotta all’inquinamento, alla deforestazione, alle industrie energivore, come le cartiere... Si eviterà di ricordare che le piante assorbono anidride carbonica, di informarci su quanto sia energivoro tutto il digitale e il virtuale (però perfetto per la sorveglianza sociale), di sottolineare quanto la stessa comunità scientifica mondiale sia in realtà assai discorde sulla correlazione tra temperatura e anidride carbonica e sulle misure da adottare, di svelare pubblicamente la geoingegneria più pervasiva. Nel frattempo, si taglieranno un sacco di alberi per il 5G, ma si dirà che le piante avevano una malattia poco visibile e che il 5G serve alla popolazione. Tutto verrà fatto sembrare univoco e coerente. (...)».

Questo è quanto era stato scritto sul nostro blog già a dicembre 2022. È sempre utile ricordare ciò che si era detto, non tanto per una richiesta implicita e compiaciuta di plauso, ma semplicemente perché, specialmente in certi casi e in certi periodi, se ci fosse l'onestà da parte di chi ha ruoli di responsabilità, (nonché la memoria da parte dell'uditorio troppo spesso smemorato), di ricordare le tesi cavalcate e le posizioni assunte, certi giochini al cambio di casacca o semplicemente al silenziamento dei soprusi e dei fallimenti (si legga a tal proposito l'articolo intitolato "Divertire... dal latino de-vertere"), si svelerebbe subito, e si capirebbe meglio non solo chi è più perspicace, ma anche chi tenta di intorbidare le acque al momento opportuno, e magari reiteratamente, ad esempio prima per venderti qualcosa come una panacea, e poi, di nuovo, per eludere la responsabilità d'averti propinato un veleno. Sono giochi che ora vanno molto di moda.

Ma torniamo allo stralcio citato all'inizio; lì si parlava di alberi, che – in un gioco d'immaginazione adeguato ad una società distopica – si sarebbe provveduto, con solerzia sempre maggiore, a tagliare o capitozzare: alberi apparentemente sani che, alla luce di una qualche perizia, si sarebbero mostrati vulnerabili perché insidiosamente malati e instabili. Ecco, io non sto dicendo che ciò si stia già pienamente realizzando, per cui chiedere di tener conto di quanto detto non equivale alla richiesta di un tributo, che oltretutto sarebbe ben triste (in certi casi si preferirebbe di gran lunga avere torto), ma alla richiesta, semmai, di attenzione a ciò che accade, per capire se davvero vi siano segnali che vanno in tal senso oppure no. È infatti quanto meno sospetto che sempre più spesso cadano alberi apparentemente sani. O che si provveda a tagli e potature talmente estreme, da chiedersi se sia l'ignoranza a regnare sovrana, anche in chi fa della manutenzione del verde il proprio mestiere, o se non si stia incistando la mentalità secondo la quale il verde è intrinsecamente pericoloso e degno di sprezzo prima ancora che prezioso e necessario. In tal senso, vale la pena ricordare che le fronde degli alberi, con la quantità di acqua che necessariamente contengono, rappresentano uno scudo naturale alla propagazione del 5G, su cui ora stanno puntando tutte le maggiori società del settore: 5 e 6G a gogo. Insomma, se è vero che le compagnie di telecomunicazioni vorrebbero esporci a livelli di magnetismo per il quale nessun essere vivente è nato e cresciuto su questo pianeta, le piante sono lì per difenderci. Ricordiamocelo e, quando vediamo interventi drastici, o, semmai in futuro, strane e funeste diagnosi di malattie invisibili e perniciose, facciamo attenzione, informiamoci bene su cosa stia accadendo. Vorrei altresì ricordare che non serve a niente allarmarsi per il 5G se poi, ai nostri telefonini, non disattiviamo tale funzione. Molti non lo sanno, ma è a partire dalla ricezione di tale frequenza da parte dei nostri dispositivi che ci esponiamo a un magnetismo così potenzialmente pericoloso. Occhio.


 

 

 

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