Il paese è in coma... ma risponde agli stimoli!

Che, nelle spoglie del paese morto pulsasse ancora qualcosa di vitale, io ne ero convinto.

Per questo, temp'addietro, chiesi un colloquio col sindaco ottenendolo, com'era ovvio che fosse, col suo vice. Introdussi la conversazione proiettando su un muro immaginario i fotogrammi riassuntivi di come il paese si sia ridotto in stato comatoso, fino a ritrovarsi, all'interno della propria cinta muraria, senza né una bottega né un seme di aggregazione o di socialità.

Non mi risparmiai di esporre quello che, secondo me, è stato il fattore scatenante della malattia degenerativa, individuabile in quell'equivoco che, a partire dalla fine degli anni 'Settanta del secolo scorso, ha voluto interpretare l'urbanistica come una scienza finalizzata alla speculazione invece di una discliplina umanistica. Ebbi però la sensazione di trovarmi anch'io davanti a un muro metaforico, ma non quello per la proiezione né un muro di resistenza, piuttosto un muro di indifferenza.

 

Il coinvolgimento del pubblico, in gran parte composto da giovanissimi, che ieri ha partecipato alla presentazione del libro di Andrea Yuki Parigi, accompagnato nelle letture dal clarinettista Cristiano Pesci, entrambi diciassettenni, ha dimostrato che avevo ragione: il paese è in coma, ma se correttamente sollecitato risponde agli stimoli.

R.G.


Ma veniamo allo specifico dell'incontro di ieri; sala piena e pubblico interessato a uno scampolo di nuove generazioni che ha fatto intravedere, per l'intensità e la professionalità dell'approccio, quella vitalità giovanile che avevamo visto tragicamente spenta e silente durante l'offensiva pseudopandemica. In un 25 marzo che era davero primaverile – sole quanto basta, vento leggero e inoffensivo, e nell'aria un assaggio di promesse già festosamente visibili sui rami e nelle aiuole – un senso di profondità e di linfa nuova è stato il resoconto finale di una presentazione che ha travalicato il suo scontato significato, aprendosi a riflessioni e spunti che ci restituiscono l'immagine di una gioventù ancora pensante, ancora viva, ancora pronta al futuro. E tutto questo ci autorizza a ben sperare.

S.L.

 






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