EQUI-LIBRI e SQUILIBRI


   Apro questo articolo al grido di "È il rapporto che fa la differenza", slogan su cui è incardinata tutta la propaganda per l'introduzione della cosiddetta Tariffa Corrispettiva sui rifiuti urbani. Tuttavia, poiché il tema lo abbiamo già trattato in precedenza, sempre su questo blog (https://liberaliter23.blogspot.com/2023/05/la-politica-ce-o-ci-fa.html), e con un video disponibile sul nostro canale YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=XxSqhU3-PCc&t=129s), oggi non scriverò di nettezza... semmai di spazzatura ma - si badi bene - intesa come l'azione dello sgombrare il campo da qualcosa e giammai come un insieme d'immondizia solida. Infatti, parlerò delle elezioni amministrative del Duemilaventiquattro, consultazione in cui il rapporto farà davvero la differenza. Eccome se la farà!

    Ciò non vuol dire che ritenga esaurita la trattazione del nuovo metodo per il calcolo della suddetta tariffa; tutt'altro: come gruppo culturale LIBER-ALITER intendiamo tenervi acceso il dibattito, perlomeno finché non avremo capito quali sono le vere ragioni della sua introduzione, poiché non premia i comportamenti più virtuosi e tantomeno mira al ridimensionamento della mole dei rifiuti prodotti. Prevediamo anzi che sarà uno dei temi più gettonati durante tutto il prossimo proselitismo elettorale insieme ai sempreverdi Costruzione del Ponte e Ampliamento dell'Aeroporto, due temi che mi annoiano indicibilmente e non tanto per l'inutilità di entrambi a fronte dell'elevato costo economico, sociale e ambientale, bensì perché stiamo parlando di due infrastrutture che non verranno mai realizzate (Il Ponte sullo Stretto di Messina docet... ma anche la Rampetta di Ponte a Signa dice la sua! - vedi anche https://liberaliter23.blogspot.com/2023/03/tentata-rampa-ponte-signa.html). Siccome voglio essere magnanimo, per il momento tralascio di parlare dell'uso strumentale che viene fatto dei due suddetti sempreverdi nel deviare l'attenzione dai problemi seri e quotidiani che ci affliggono, e contro i quali dobbiamo lottare per sopravvivere.

    Ormai che ci sono, termino questa lunga premessa annunciando che, come gruppo culturale LIBER-ALITER, abbiamo intenzione di non tirarci fuori dalla campagna elettorale per le Amministrative '24, bensì parteciparvi attivamente pur non essendo una forza politica e non presentando alcuna lista. Riteniamo con ferma convinzione che il ruolo della Cultura sia quello di risvegliare la sensibilità individuale, sopita dall'omologazione al pensiero corrente preconfezionato e sparso a pioggia dal "Mainstream", e fornire degli elementi quanto più possibile neutri affinché ciascuno, attraverso la riflessione non contaminata da indicizzazioni esterne e di parte, possa costruirsi un'opinione libera e personale sulle questioni che riguardano tutti. Assolveremo dunque a questo compito, come abbiamo già iniziato a fare da oltre un anno a questa parte, organizzando conferenze, proiezioni di documentari e presentazioni di equi-libri, ovvero testi scritti senza forzature ideologiche imposte dall'alto, se non quelle pureautentiche provenienti dall'animo dello stesso autore; siamo invece totalmente disinteressati alle poltrone e al potere che ne consegue (personalmente mi disgustano). Per chiosare il discorso con la massima chiarezza, preciso che ciò a cui auspichiamo non è la sostituzione di chi è seduto sulle poltrone con qualcun altro che sieda al suo posto, esattamente allo stesso modo ma con un simbolino diverso - e al tempo stesso identico – cucito sul bavero della giacchetta. No!; quello che perseguiamo è un cambio generale di mentalità, un rovesciamento totale nel modo di fare politica e di concepire la gestione della Res Publica non più a beneficio di risacche di potere ma nell'esclusivo interesse collettivo. Siamo consapevoli che un tale cambiamento potrà realizzarsi esclusivamente eleggendo cittadini (cittadini, non politicanti per mestiere!) scevri da qualsisi inquinamento con la vecchia politica. Ed è qui che arrivo al rapporto che farà la differenza... spazzando il campo!

    L'attuale ceto politico – forte probabilmente della battuta filmica eretta a principio "Io so' io e voi non siete un cazzo", dapprima con parsimonia e poi lasciandosi prendere un po' troppo la mano a partire dalla vicenda del Coronabusiness – ha allargato la forbice fra l'indulgenza verso sé stesso (ad esempio consentendosi spostamenti anti-"green" su jet privati e stuoli di auto blu, reintroducendo i vitalizi o trasformando le cucce dei cani in forzieri per contanti) e l'arbitrarietà con cui si diverte a soggiogare il popolo tra divieti e obblighi, con l'obiettivo - per esempio -  di privarci delle auto (da sostituire con potenziali bombe ecologiche a pile, costose e inefficienti), delle case (minacciate da tassi e tasse sempre più vergognosi) e del contante (da rimpiazzare con una moneta elettronica per un tracciamento globale).

    Sarà dunque l'esasperante squilibrio nel rapporto fra assolutismo da una parte e Popolo d'altra; fra l'elusione di doveri e l'abuso di benefici dei primi e la negazione di diritti e l'oppressione sotto una cappa di divieti e di obblighi per il secondo, a spazzare via dallo scenario politico proprio coloro che quello squilibrio lo hanno voluto e, non sapendolo gestire, lo hanno estremizzato fino a diventarne le vittime "sacrificali" (fra l'altro prevedo che accadrà molto presto e cominciando da chi rappresenta la Casta sul territorio). Su questo argomento torneremo, ma siccome tutte le volte che li citeremo sarebbe scomodo chiamarli i politicanti-spazzati-via-dalle-loro-stesse-scelte-politiche-poco-lungimiranti-e-dalla-loro-avidità-di-onnipotenza, urge trovare un nome di sintesi con cui identificarli d'ora in avanti... ecco che allora abbiamo deciso di chiedere un aiuto a tutti i lettori: come potremmo chiamare le vittime dei propri squilibri? Si accettano suggerimenti!

di Roberto Giorgetti



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