ACQUA IN BORSA: CI NASCONDONO QUALCOSA? - Seconda parte -
Ci hanno detto che la Multiutility è conveniente e che proprietà e controllo rimarrebbero pubblici, ma potrebbe non essere così poiché incompatibile con le logiche di finanziarizzazione pianificate. Per saperne di più, abbiamo invitato a parlarne a Lastra a Signa tre persone che hanno sviscerato la questione fin nei minimi dettagli. Per chi preferisce la lettura all'ascolto dei contributi video disponibili sul nostro canale YouTube, di seguito forniamo la sbobinatura dell'introduzione di Sara Lunghini e il primo intervento di Fabio Bracci; a seguire, nei prossimi giorni, renderemo disponibili anche gli altri interventi.
"La crisi dei
partiti cosiddetti di sinistra nasce dal tradimento di quel referendum
(referendum del 2011), di quei 27 milioni di 'Sì' (...) perché non
capivano che l'acqua era la carta programmatica della politica; sto parlando
dell'acqua, perché era finita la stagione che per possedere l'acqua bisognava
solo pensare a come erogarla, quasi un lavoro solo idraulico (...) e si vedeva;
guardate, voi siete in uno dei punti che ha una storia ma non ha memoria,
perché questo ve lo racconto: noi abbiamo avuto, noi e voi, l'alluvione di
Firenze del '66. Io credo che sia la città più importante non solo d'Italia, ma
anche di gran parte dell'Europa, che ha avuto l'acqua in una via come via de'
Cerretani; non è successo da nessuna parte (...), chiaro? Ancora Bilancino non
c'era, ma Bilancino nasce, badate, più per l'acqua potabile che come cassa
d'espansione. Questo fu il grande lavoro (...): mettere il Tubone, con la
siccità. Noi abbiamo avuto la siccità nell'85, per cui s'è fatto un piano: come
si porta l'acqua a Firenze? Le autobotti: riempirle d'acqua e andare a buttarla
in Arno?... le bestialità! E poi venne fuori questo 'tubone' per cui
l'acqua andava controsenso: la si pigliava ai Renai e la si sparava a Firenze. Ma
questo lo dico per dire che non c'è mai stata un'età dell'oro! Qui noi abbiamo
un consuntivo di gruppi dirigenti, ma perché era in quel modo: ci voleva la
sabbia, la rena, la cava; noi abbiamo avuto a Empoli, perché noi ci trovavamo
in fondo a Prato e a Frenze, abbiamo avuto l'Arno colorato di rosso (...).
Colorato di Rosso!.. tra l'altro la mia famiglia ha campato sull'Arno; il mio
babbo era il grande possidente di un barchetto con la stanga e di un bertuello.
Io ho chiamato la Multiservizi un "bertuello giuridico", perché
chi sta intorno al fiume sa che il bertuello è un trappolone per pigliare i
pesci, che quando c'entrano, o pesce o rana o talpa di fiume, ci affogano: non
s'esce più, non s'esce! E allora perché l'Arno era rosso? Perché l'inquinamento
era arrivato a un punto che era pieno di talponi rossi, morti nell'Arno che era
un grande fiume. E perché dico questo? Dico queste cose perché dalle mie parti,
altri hanno messo in campo quella che era la regola: purificare un fiume sulla
base di bacino, e viene fuori il Conselsa dove ci sono Pisa, Siena, Firenze,
tutti Comuni per cui arrivavamo dove l'Elsa si lascia e si butta in Arno (...);
arrivava l'Elsa e, depurata, annacquava la porcheria per assenza di depuratori
e di tutto... nel silenzio! Ma badate, questo silenzio è un silenzio che
continua: non tanto tempo fa finì sulle cronache locali il depuratore della
zona del cuoio, una delle tre zone d'Italia – Solofra, Arzignano e Santa Croce
- e cosa fecero? C'era un rapporto colluso con alcuni rappresentanti (...) di Firenze
che dicevano 'guarda domani si viene' (per un controllo). Allora
il capo del Consorzio (...) - sto raccontando cose che erano sui giornali, non
mi può incriminare nessuno – dice (...) 'arrivano domani, gira il rubinetto destro', e
allora girava il rubinetto dell'acqua pulita e si è quantificato la bellezza di
5 milioni di metri cubi non depurati (...) col silenzio totale dei sindaci, del
sindacato, dei giornali... che poi ci hanno abituato così! E questo va
rovesciato!!! Non basta più, non ce la faremo più e allora questo è il
problema: terremoti e fiumi pericolosi. Io ho fatto a suo tempo un'esperienza
in Regione. Ebbene, Garfagnana: zona di terremoti, previsti. E che fa la
regione? Si dice: sai che si fa, si prepara un contributo a fondo perduto di
20.000 euro a ogni famiglia che intervenga per rendere la casa antisismica; e
sai com'è andata? In Garfagnana, (ché poi avevano un sacco di soldi nelle
banche, perché erano i lucchesi, erano quelli che avevano girato il mondo con
le madonnine (...) erano quelli dei più grandi ristoranti) si è detto:
'L'hai sentito? 20.000 euro... sai che si fa, il li piglierei;
ristrutturo, tiro giù, magari piglio l'occasione per fare anche un ascensore
per mamma e babbo o un gabinetto per la carrozzina'. E questo è il fatto!
Poi la regione che fa? Abbandona se non c'ha la sensibilità, ma quando è venuto
il terremoto qui ha bloccato la biblioteca di Empoli (...) Ecco, noi dobbiamo
avere questo tipo di rapporto (...): si va a a trattare per fare un'alleanza a
Empoli, ché non son poche le 3.000 e passa (...) persone che hanno firmato:
nome, cognome, data di nascita e documento; non è il voto nell'urna: 'Viva
il Comunismo' e poi ci metteva 'Abbasso Stalin!' È chiaro? Io
sono entrato poi in campo perché ho visto questi di Alia che hanno pestato un
fiore enorme (...); a un certo punto leggo dai giornali che vogliono fare un
gassificatore a Empoli su 20 ettari: 28 campi di calcio!, questa è la prodezza!
Negli anni '70, a
Empoli il Comune aveva previsto e finanziato un inceneritore perché andava di
moda e, difatti, dove ora c'è Alia era previsto il forno dell'inceneritore.
Cosa succede? (...) Viene fuori la questione della diossina, che ingrippano
questo qua dove si erano spartiti i soldi tutti i partiti. (...) Il sindaco di
allora disse "Vabbé, fermi, si fa una Commissione" io mi ricordo solo
il nome buffo di uno, ma un grande scienziato, (...) adoprava già allora il
principio prudenziale che è ora nell'Europa, ma è arrivato dopo; (...) questo
inceneritore che era sul progetto (...), era un progetto, ci siamo? La
commissione: "È pericoloso per la salute, ci sono gli atti, il progetto è quello
che fanno ora, però sindaco, noi la salute non si può garantire". E così:
'Fermi tutti, alt!, si stoppa tutto', e io poi ho ripassato
quell'immobile (...) altra grossa azienda. Questo Irace, che ha bisogno di
questo, ha fatto come quello che "tira certe pacche per il lesto"
come diceva il poeta: ha messo su Mancuso Stefano per farci indorare la pillola
dei venti ettari; mi ha detto che lui faceva 7 ettari di verde a protezione
dell'inquinamento futuro. Io scrissi a lui, all'Università e dissi (...): mi
diceva il mi' nonno che le radici sotto terra delle piante si frequentano, si
organizzano, e il mi' nonno sapete che mi diceva, come tutti i vostri nonni:
'Non ci piantare nulla sotto il fico, perché sotto il fico non ci nasce
nulla!'. E perché le radici del fico erano più predominanti: 7 ettari!...
E poi il Comune di Empoli a mia figlia l'ha nominata revisore del verde
pubblico (...): quegli amministratori che fecero la depurazione dell'Elsa (...)
la presero nel suo insieme perché l'acqua è la storia del mondo; (...) io ho
portato il fossile, io amo i fossili (...), in più quello ha milioni di anni,
io ne ho 80: quella è vita che c'era prima perché c'era l'acqua, e allora (...)
mi ritorna a mente quello che ha scritto il Chiti. Io l'ho conosciuto come
presidente: ha scritto su un giornale dopo l'alluvione di Campi e di tutta la
zona, dopo ha fatto ragionamenti come dire 'guardate che bel
troiaio', e noi e voi e noi e anche lui, no?, si continua a parlare di
portare l'acqua in borsa; ma è come aver detto alle tenutarie di case di
tolleranza che sono sfruttatrici della prostituzione! (...) È vero, e allora
per l'acqua è uguale, il terremoto non si sa quando arriva, ma l'acqua lo sai
che percorsi ha. E allora il ponticino a cazzo come hanno fatto sul Vincio da
noi; da noi, a un certo punto, un'altra cosa bestiale sono i Consorzi di
Bonifica, perché son covi di paghe che uno se le conquista alla bulgara vita
natural durante. Io gli fo sempre: 'Ma mi dai il programma, il bilancio,
mi mandi i progetti, mi mandi, oggi, coi droni...?' Insomma, (...) ha
murato la ringhiera del ponticello sul Vincio e questo Vincio s’è caricato come
un gavone, è sceso rapido, è arrivato al ponticino (si vede era un fiume di
sinistra), ha picchiato e è andato tutto a sinistra (...). Perché dico questo?
Io fo questi esempi: bisogna tenere pulite le vene, i capillari, le arterie e
per tenerle pulite bisogna fare movimento, bisogna mangiare in un certo modo,
vivere in un certo modo… l’acqua se ci viene addosso è nostra la colpa, poi tu
senti il capo del Consorzio (...) e poi arriva sul giornale il solito che vuol
fare la centrale nucleare, Chicco Testa, anche lui è partito da essere un
ambientalista (…) Gli stessi che hanno portato questa situazione in questa
Piana sono gli stessi che vogliono fare la Multiutility, questo è il punto! Io
qui c’ho, e ve lo dico dopo, quanti utili ha fatto Pubbliacqua (...) e di
questi utili chi ne ha beneficiato di più? E allora state a sentire: qui c’è
tutto, questa è roba fatta da gente che sa leggere i bilanci e allora vo a
cercare Pubbliacqua: ricavi 4 miliardi ma è su un’area di quasi vent’anni, eh,
costi di gestione eccetera, utile di 350 milioni, distribuiti 328. Firenze
molto probabilmente ci vorrà fare anche la rotatoria, o che cacchio vogliono
fare, (...) 'Ma è possibile che con gli utili dell’acqua ci si
paghi il tram di Firenze?' Magari ci faranno la festa di Natale, non
è così?, sull’acqua! Prima di tutto deve tornare tutto lì, questo dice Arera e
Arera questo l’ha detto anche in una consultazione precedente alla Camera
quando ha fatto mettere a verbale che nei bilanci di queste multiutility erano
previsti investimenti, ma siccome non avevano raccattato utili all’altezza di
poter essere distribuito, l’investimento s’è spostato (...) e hanno dovuto,
Arera, rifare provvedimenti per impedire che si possa spostare senza motivazione
le spese di investimento all’anno dopo: quei 20 milioni, quei soldarelli di
Prato, hanno fatto un mutuo di 20 milioni a Alia per darglieli, questo risulta
dalle carte… se tu c’hai il sardo fra i piedi, il sardo è il Presidente
dell’acqua, capito, perché hanno da conquistare. Fanno come Cristoforo Colombo
quando andò a buttare le caramelle e io sono molto preoccupato da gente come in
Alia, da chi gli sta intorno perché per fare queste cose, io non sono uno di
quelli che dice l’acqua ce l’ha dà il Dio, no, ce l’ha data chi ce l’ha data, e
poi bisogna governarla come oggi va governata, con efficienza, efficacia con
tutto: tutti la devono avere, deve esserci un rapporto intergenerazionale.
(...) le generazioni d’ora devono averla come Diritto Universale,(...); a me mi
vien da ridere e da piangere, (...), deve avere anche aspetti etici, noi non
siamo padroni dell’acqua, se ragioniamo così, noi siamo custodi, noi siamo,
come si può dire?, come Cavalieri di Malta, come francescani, come cavolo
volete, chiaro? Io, eravamo abituati così, perché l’azienda l’avevamo noi a
Empoli, che poi diventò lei la multiservizi, che poi portò il metano, dette una
mano, perché se uno non pagava l’acqua non è che lo decideva l’azienda;
l’azienda faceva la lista a Empoli, il padrone dell’azienda eravamo noi, il
Comune, e faceva: 'Guardi Sindaco, c’ho questi dieci che non
pagano', il Sindaco che faceva? Chiamava chi doveva chiamare:
'Dite un po’, questi 10 perché non pagano?'.
Una volta hanno trovato una donna che era morta da 3 mesi, era piena di
mosconi, ma non era un homeless, era una donna del quartiere dov’ero nato io,
un tempo era popolare e attento e poi si è sfilacciato. E allora che faceva il
Sindaco? 'Oh, questo un paga, questo si va a vedere, questo gioca in
borsa, gioca… e così vediamo un pochino, diciamoglielo'... perché poi è così
che si fa, ma questi, lo sai che fanno questi? Questi fanno le fontanelle
dell’acqua, che sono le caramelle, perché poi le paghiamo anche noi che non ci
andiamo! (...) perché pigliano dai 25 ai 30.000 euro per star lì in un
Consiglio che non servono perché è un numero, e magari hanno il telefonino,
guardano, guardano i risultati, guardano in borsa, qualcuno guarda anche la
pornografia, capito in che mani? Pensando a quelli che hanno fatto la depurazione
dell’Elsa, a quello che bisogna fare per l’acqua, ché se l’acqua va di fuori è
colpa nostra, o non c’è acqua (...). Ma è chiaro e noi bisogna fare di questo
problema questo tipo di radicalità. 'Ma te che hai detto sulla
multiutility a Empoli a quello che sta con te? Hai firmato? Hai fatto pio? No?
S’accomodi!'. Perché questa dignità loro è l’unica carta che ha la
politica (...) ormai stuprata per certi versi. Non si gioca lì: qui è tutto un
bruscolìo di ragazzi e ragazze non autodidatti, capito?: se non diventano
autodidatti per certe cose, curiosi, che si appassionano agli altri, al domani,
e non solo al mesetto dell’assessore pieno di boria, chiaro? (...)
L’acqua, è chiaro
che io sono uno, come si dice?, che semina semi, che è un lanterniere: un
lanterniere si muove in un buio, ché forse vedo solo io, ma che cerca
d’accendere. E non è possibile che 'i' Tartina', Presidente della
Regione, vestito come un pagliaccio del decimo secolo, si butti in Arno, e che
tu gli suoni il corno o un violino per lui è la stessa musica!
Non è possibile; io
ho visto in Regione gente che sapeva essere Presidente della Regione…
Conclude Sara Lunghini: “Ne è passata d’acqua sotto i ponti, e non sempre pulita..."
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