Perché NON voto alle Europee

 


 Il mio non è disinteresse: lo prova l'impegno, con LIBER-ALITER, a indagare e spiegare la realtà geopolitica e sostenere un'idea diversa di Italia. Nardella, lanciato verso una poltrona a Bruxelles, si è affrettato a specificare che l'Italia, senza Unione Europea, è niente. Questa è la capacità di valutazione dei nostri politici! Per lui l'Italia è così debole da avere bisogno della stampella dell'Unione Europea. Per me, che a differenza di Nardella so quali spinte oppressive hanno alimentato la creazione dell'U.E., l'Italia è così forte che serviva, anziché una gruccia, un bastone tra le ruote. Che poi dalle ruote sia entrato dolorosamente anche da qualche altra parte lo possiamo constatare ogni giorno di più.

  L'America ci definisce "alleati" ma ci considera rivali, probabilmente assieme a tutto il resto del mondo.

 L'Unione Europea è perciò quello strumento di oppressione economica che fa buttare via il latte agli allevatori, che impedisce di coltivare agli agricoltori, che ci fa costruire le ciclabili perché pianifica di vietarci l'auto, che ci obbliga a metter mano alle abitazioni per corrodere le risorse dei risparmiatori, che impone la Bolkestein preferendo svendere mari e monti, letteralmente, anziché correggere il costo delle concessioni. Le politiche "green" hanno preso il posto della proclamata pandemia nel non proclamato scopo di farci fallire. L'Unione Europea è quell'apparato assolutamente opaco e strumentale che prepara trattati liberticidi con l'OMS, che permette alla signora Von Der Leyen di acquistare, tramite un accordicchio messaggistico segreto e occultato con il signor Burla (omen nomen), 900 milioni di dosi di un siero che, stando ad un recentissimo articolo del British Medical Journal, ha causato 3 milioni di morti in eccesso!

 Allora si capiscono meglio due cosette: a) come nei corridoi dell'Unione Europea circolino più rappresentanti delle lobbies (farmaceutiche e militari, spesso fuse insieme) che parlamentari; b) come la signora Von Der Leyen non sia lì eletta da qualcuno, ma semplicemente nominata d'ufficio.

 E allora non può nemmeno stupire come noi siamo chiamati a votare uno strumento che non ha assolutamente peso: è la Commissione Europea a contare, così come la BCE.

 Si può allora pensare che le elezioni siano solo una farsa democratica tranquillizzante, contando poco o nulla il Parlamento Europeo. Non esattamente: le elezioni sono il termometro imprescindibile con cui i nostri tiranni valutano su quanta legittimazione popolare possono contare per le scelte più impopolari.  La giustificazione che ci sentiamo rivolgere per le peggiori misure è spesso la frase "Ce lo chiede l'Europa": questo mostra al contempo il ruolo europeo e la nostra sudditanza. Ma anche la contraddizione tra votare per una politica locale e sostenerne il cappio con quella europea.

 Ora c'è un grosso problema, se questi già non fossero bastati. Il forte crollo che l'attuale crisi economica si appresta a subire, farà semplicemente vacillare la tenuta dell'Unione. Quello che si teme, a mio avviso, è la nostra irripetibile occasione per un ritorno alla moneta di Stato e dunque alla sospirata sovranità. Pur di evitare questo si sta progettando il coinvolgimento europeo in una guerra (contro la Russia), perché il tributo comune di sangue verrebbe a legittimare quell'Unione degli Stati d'Europa che rappresenterebbe la gabbia definitiva.

 Dunque, sabato 8 e domenica 9 giugno 2024 non voterò per le Europee, perché l'astensione rappresenti una sorta di referendum dal largo esito, mi auguro, anti-europeista. Non voterò perché non voglio la schiavitù, non desidero la guerra e sono stufa di Presidenti della Repubblica che un giorno sì e l'altro pure, compreso il 2 giugno, parlano di sovranità dell'Unione Europea.

Sara Lunghini


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