FA PARLARE DI TE

Dall'antologia (ancora) inedita "FA PARLARE DI TE", frutto dell'ominino concorso letterario promosso dal gruppo culturale LIBER-ALITER di Lastra a Signa, una riflessione sul potere decadente che, ridotto all'impossibilità di confutare la verità, tenta di salvarsi equiparando l'espressione del libero pensiero alla follia.

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L'uomo di Lari, provincia di Pisa 

Quello lì? Io lo so chi é!!!

Guarda, dammi retta, cerca di stargli alla larga più che puoi: è un disadattato sociale. È uno che non sa stare alle regole, legge solo al suo libro... anzi ai suoi libri - che si vanta di aver scritto e che legge solo lui - nei quali, fra l'altro, si dice abbia scritto un sacco di cazzate senza né capo né coda (chiaramente io non li ho letti, non avrei altro da fare...)... forse però ora ha smesso, almeno questo l'avrà capito che non è opportuno... intendo di scrivere: speriamo sia vero... E tu pensa, crede anche d'essere uno scrittore e, quello che è peggio, ci si atteggia pure come se lo fosse.

È un insolente, credimi: un personaggio che non sa cos'è le deferenza e la gratitudine verso chi si dà daffare per far funzionare al meglio le cose; ultimamente, non riuscendo a capire che ci sono degli equilibri da coltivare e mantenere, s'è messo in testa di fare la guerra ai politici... fai conto che vive in un mondo tutto suo con la pretesa di imporlo agli altri; un mondo a suo dire giusto in cui tutti dovrebbero avere lo stesso peso, dall'ultimo dei cittadini a chi è arrivato; dallo stupido a quello che sul campo ha dimostrato di averci una marcia in più. Non ci arriva proprio, capisci?; non comprendere che se uno s'è conquistato una posizione nella società o negli affari, gli spettano dei diritti che non possono essere esteti a tutti; non capisce che se tutti si vuole stare sotto, la coperta finisce per essere corta per tutti... al limite copricchia un po' qua e un po' là. In una società evoluta, c'è poco da fare, serve una gerarchia anche nell'elargizione dei diritti: qualcuno coi piedi scoperti ci deve rimanere... e qualcuno anche co' i' culo! Lui è convinto - nel suo mondo dei sogni - che invece la coperta la si possa tessere all'infinito, affinché ognuno ne possa trarre giovamento e tutti ci si possa scaldare allo stesso modo. Nel mondo reale non è così; nel mondo reale c'è bisogno di quella scalatura dei diritti contro cui lui si rompe le corna come un Donchisciotte cretino contro le pale dei mulini; ce n'è bisogno perché fa parte di quell'equilibrio indispensabile per premiare da una parte chi scala la montagna e, dall'altro, per dare il contentino a chi sa stare mesto al proprio posto, comprende che ci sono dei ruoli e vi si attiene; premio che a lui proprio per questo non può spettare: non lo merita!

Eppure seguita... è fissato con i suoi strampalati ideali di giustizia e continua a battere i piedi come un bambino deficiente, mentre nessuno lo ascolta! Quando ti dico che è un soggetto socialmente incompatibile, un divergente per partito preso, ti devi fidare! Una volta, in una delle sue arringhe campate in aria, l'ho sentito demonizzare la furbizia mettendola quasi sullo stesso piano della disonestà, capisci a che livello è? E quello che è peggio, non c'è verso di chetarlo né con le buone né con le cattive, non intende... apre bocca e lascia andare quello che gli passa pe' i' capo, rivendicandolo pure come un diritto... vorrebbe dare lezioni di vita ma non ha ancora imparato a stare dove deve stare, a rispettare l'ordine assegnato... sempre ammesso che sia in grado di comprenderlo.

Insomma, si crede un paladino della morale... il custode dell'onestà si crede d'essere... e invece non è nemmeno un bastian contrario: è solo lo scemo del paese.

di Roberto Giorgetti


Roberto Giorgetti, cittadino dimissionario: 

"Se mi cercate sono qua, a cavallo di due millenni, rintuzzato alle corde di un angolo di ring che chiamano Unione Europea. Perennemente fuori luogo e fuori tempo, ho incontrato la scrittura mentre cercavo il maniglione antipanico di un’uscita d’emergenza qualsiasi.

Iniziare a scrivere è stato come rotolare giù per una scala antincendio e, il piacere che ho provato dallo sballottamento, è diventato una passione necessaria. L’altra passione, quella antica, è l’azione del viaggiare.

Sempre più spesso mi capita di chiedermi se, la rovina dell’uomo, possa essere stata la scoperta dell’agricoltura che lo ha reso stanziale.

Scrivendo ho scoperto che può esserci fuga senza viaggio; viaggiando ho imparato che non ha senso il viaggio senza fuga."

 

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