TREDICESIMO CAPITOLO - L'Iris che fa i miracoli

"…suonata e cantata; perché dirigerla
era sempre più compito de L’Ingegnere…”

 
Illustrazioni di Giacomo Carletti 

L’ingegnere tornò in farmacia a trovare l’amico vicesindaco due giorni dopo essersi fatto carico del problema. E tornò per dire che aveva trovato la soluzione: il Baldassarre era ben lieto di mettere a disposizione della famiglia Ceccanti la sua villetta di Scoglioncello, due passi a piedi dalla spiaggia. Oltretutto, come aveva tenuto a specificare l’impresario, trattandosi di aiutare un bambino a risolvere un problema di prostata, mai e poi mai si sarebbe tirato indietro!

Ma anche il Soprassata si fece foriero di buone notizie con cui ricambiare, mica era stato a pettinar le bambole lui!: s'era incontrato con Vinicio Terraterra e, dopo avergli spiegato la necessità di accelerare il loro passo per non rallentarlo allo sviluppo, il sindaco si era dichiarato perfettamente d’accordo nel procedere con tutti gli strumenti possibili, rendendosi disponibile di sua spontanea volontà ad autorizzare i procedimenti e sottoscrivere gli atti necessari.

*****

Quella a seguire, per la signora Ceccanti, fu una domenica agitata. L’ultima volta che aveva preparato una valigia era stato otto anni prima ma si era trattato di metterci dentro solo poche cose… biancheria intima, qualche camicia da notte, minutaglia per l’igiene personale, quattro riviste e una tutina per il bambino o bambina, “a seconda di cosa idDio vorrà” aveva pensato e, sempre nei suoi pensieri, s'era fatta coraggio: “in fondo c’è da star via tre o quattro giorni…” …tre o quattro giorni nel Reparto Maternità dell’ospedale di Parvenze; nulla di più.

Ma questa volta la cosa era più seria: trasferirsi, armi e bagagli, per un mese e mezzo in casa di estranei e, per giunta, con un figlio grandicello e… come dire, pure complesso e con tutte le esigenze relative, non era facile. E nemmeno se la sentiva, la signora farmacista, di chiedere pareri al marito sui tanti dubbi perché lo avrebbe solo fatto irritare aumentando, di riflesso, la propria agitazione. “Com’è fatta una casa al mare?” si chiedeva la signora mentre lavorava d’immaginazione per darsi le risposte alle mille domande che l’affliggevano: “le stoviglie, ci saranno? E le lenzuola? La notte, farà freddo? E gli asciugamani? Sale pepe olio aceto, ci saranno o dovrei portarli? E il sale grosso?...” …perché lei la pentola era abituata a salarla col sale grosso e con quello fino non si sapeva regolare. Alla fine aveva riempito l’atrio delle scale con tre valigie: una destinata alle cose per il figlio Francesco; una fra lenzuola, tovaglie, asciugamani e traversine d’incerato per il letto del piccolo; l’ultima con le scarpe, i vestiti suoi e i costumi da bagno per entrambi. E per finire tre scatole di cartone, riciclate dagli imballi dei prodotti di parafarmacia: in una i giocattoli del bambino; in una un minimo di stoviglie non sia mai che non ci fosse lo scolapasta e il pentolame della misura giusta e, nella terza, la più grande, la spesa (pacchi di pasta, olio, passata di pomodoro e vasetti di pelati, tonno, sughi pronti, cipolle, agli, patate, detersivi vari, panni e spugne e… e sale grosso!… per sicurezza!).

Antonio Cannone, uomo di fiducia e jolly tutto fare del Baldassarre, nella stessa domenica in cui la madre del piccolo Francesco si arrabattava nella preparazione dei bagagli, era stato mandato dal suo capo a preparare la villetta di Scoglioncello: apertura del contatore dell’acqua, controllo del funzionamento degli impianti e delle tapparelle avvolgibili, togliere la polvere dal mobilio dozzinale e sistemare il giardino. Prima di riprendere la via per Parvenze Antonio passò a salutare il bagnino del bagno Serenella, al quale mise in mano la busta avuta dal suo capo con dentro il saldo per quarantacinque giorni di ombrellone e due sdraio più cabina: tante volte che gli venisse il genio di chiedere i soldi alla signora “vicesindaca”.

La mattina seguente, con la Lancia Thema personale del signor Baldassarre, il Cannone si presentò davanti alla casa della famiglia Ceccanti: infilare i bagagli nella bauliera della berlina non fu impresa facile e due scatole dovette sistemarle sul sedile posteriore, accanto a Francesco. La signora invece accanto a sé, come astutamente aveva pianificato nella speranza di avere due cosce da guardare durante il viaggio …ma i peli no, cazzo! Anche il Cannone lo sapeva che le donne, prima di andare al mare, si fanno i peli: peccato che nessuno avesse ragguagliato la signora Ceccanti su certe usanze borghesi.

Il farmacista, salutata frettolosamente la famiglia, corse a prendere posto dietro alla cassa della farmacia. Da quel momento, e per un mese e mezzo, la musica di Pasticci l’avrebbe suonata e cantata da lì, appollaiato sullo sgabello girevole… suonata e cantata sì, perché dirigerla era sempre più compito de L’Ingegnere.


Commenti

Post popolari in questo blog

L'UMANITA' E' SOTT'ATTACCO (di Fabrizio Bencini)

TEATRO (Parte I): CERCASI COMMEDIOGRAFO (E IMPRESARIO)

Te POS-sino...