UNA SONORA PISCIATA!
"Manca solo voglia sapé quante vorte vo a piscia'!". È la spontanea espressione popolare a cui facilmente ci si abbandona qualora l'invadenza di qualcuno nella sfera del privato si spinga oltre il lecito. Si tratta chiaramente d'un'iperbole, d'un'accentuazione del concetto, tesa a meglio far capire quanto una certa ingerenza sia effettivamente indebita e fastidiosa. Eppure, l'intromissione nel privato sta diventando una piaga sempre più esplicita; infatti, quella di essere "marcati stretti" è la sensazione sgradevole che promette di farsi ogni giorno più pervasiva e opprimente, tanto che una qualche sindrome da "iper-controllo" sembra ormai dietro l'angolo. La manìa di ogni amministratore sembra oggi quella di asservire la fissazione dei governi per la corsa ad una video-sorveglianza selvaggia, e pare funzionale al piano distopico la "briglia sciolta" ("sciolta", si badi bene, non assente) alla piccola delinquenza. Il progetto, così, si sostanzierà da sé, perché sarà la gente a invocare le proprie catene. Il mio sospetto è perfino che, oltre all'aumento fisiologico del disagio sociale da correlare alla povertà vi possa essere la "spintina" di qualche manina "discola" compiacente: come mai, infatti, non sono mai stati veramente contrastati e puniti i cosiddetti "black block", gente pronta a commettere atti di teppismo violento, utile alla delegittimazione del legittimo dissenso? Questi "assoldati", passate le grosse manifestazioni, specialmente dopo i fatti di Genova del 2001, potrebbero essere utilizzati ora per mille altri impieghi, ovviamente sempre "socialmente utili"... La mia, sia chiaro, è pura speculazione letteraria, solo per capire come "Arancia meccanica" di Burgess possa agganciarsi a "1984" di Orwell.
Il fatto è che una società profondamente patologica non può che sfornare "soluzioni" altrettanto patologiche. Fo galoppare la povertà, ad esempio con le repressive (e regressive) politiche pseudo-pandemiche o con l'immigrazione esasperata → si verificano eventi di marginalità → reprimo e irregimento anziché ridare slancio all'economia. Mortifico scuola e famiglia → si diffondono disfunzionalità espressive e cognitive → fornisco supporti digitali e psicologici. Faccio dilagare la menzogna → si alza la voce del dissenso → sforno l'accusa di "gomblottismo". Vediamo così che obblighi e divieti, propaganda e censura diventano i capisaldi di qualsiasi intervento, nonché le stampelle di una politica che altrimenti non avrebbe più gambe per reggersi in piedi. I dati delle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria parlano chiaro: prendendo per buoni i dati più diffusi (perché di versioni se ne trovano diverse in rete) gli aventi diritto al voto erano rispettivamente 3.580.529 e 701.367; la Presidenza è stata aggiudicata, nello stesso ordine, con 857.144 (fonte: "larepubblica.it") e con 192.394 voti validi. Dunque, in Emilia Romagna il piddiìno Michele de Pascale è passato col 23,94% dei voti degli aventi diritto, mentre in Umbria la piddiìna Stefania Proietti ha fatto "bandierina" col 27,43%. Se poi rapportiamo i dati delle "vittorie" sul dato più esteso degli abitanti, il primo rappresenta il 19% degli emiliano-romagnoli (ammontanti a 4.473.570) e la seconda il 22,5% degli umbri (853.726). Se vogliamo essere più schematici ancora, diciamo che in Emilia Romagna solo un votante su 4,2 è effettivamente rappresentato, mentre in Umbria lo è uno su 3,5. Eppure tutti i giornali hanno sbandierato questo podio come un trionfo e si fatica – ma guarda un po' – a trovare in rete i dati vivi e non già spurgati con le percentuali più fantasiose. Da dove salta fuori il 46,42% degli emiliani e il 52,3% degli umbri? Comunque lo si legga, resta il cetriolo di una campagna promozionale più che elettorale.
Ma veniamo a vicende più prossime, visto che mi tocca parlare delle urgenze urinarie a Firenze (mica ho iniziato a caso parlando di minzione!).
Se prendiamo la reggenza fiorentina decretata con le elezioni di questo giugno, intanto emerge l'estrema difficoltà a trovare dati congruenti, specie sul ballottaggio: 82.254 voti alla Funaro secondo Firenze Today, 80.951 secondo La Nazione. Volendo essere magnanimi, recependo perciò quelli di Firenze Today, alla Funaro spetterebbero anche i 78.126 voti del primo turno. Il dato grezzo degli aventi diritto non compare: accordiamogli fede recependo la cifra di 185.954 votanti come pari al 64,4% degli aventi diritto, che perciò, fatti due conti, sarebbero 288.748. Ora, stante la difficoltà di armonizzare i dati di due votazioni sovrapponibili, appare sensato individuare una media tra i due risultati tanto per avere una percentuale puramente indicativa, tuttavia sufficiente a capire se, anche in questo caso, esiste o meno compatibilità con i dati sbandierati. Su una media (puramente "riflessiva") di 80.190 voti, ricaviamo una carica conquistata col 27,7% degli aventi diritto al voto. Ma sui giornali campeggiava un ipertrofico SESSSAAANTAPERCENTO! La verità è che ultimamente i nostri "quotati" incaricati rappresentano, ad andar bene, non più di un cittadino su tre.
Una tale disaffezione dei cittadini pare essere una risposta logica alla lontananza che la politica ha sancito come propria cifra distintiva. E, come dicevo, quando la patologia si è instaurata, la cura da parte di chi ha causato la malattia, risulta il peggior rimedio. Stiamo scivolando in una società a punteggio e, per dirla col livornese Nigiotti*, "a pile", vista la maniacale affezione a scudi verdi e veicoli a batteria (contraddizione ecologica madornale, in linea con le psicopatologie da manuale). I cittadini, sempre più poveri, tartassati, interdetti e sorvegliati, sono sempre più spodestati, allontanati dal proprio tessuto urbano e dalle proprie radici culturali; Firenze non è più dei fiorentini che, estraniati da se stessi, si arrabattano con B&B, peraltro soggiogati al signoraggio dei gestori telematici. Così si comincia a parlare di "over-tourism" laddove il problema è l'espugnazione della città da parte di logiche economiche contrarie alla socialità e alla libera e sana iniziativa. Viviamo in contesti in cui tutto è magnanimamente concesso a suon di tasse elevatissime e ricatti fiscali e burocratici a non finire, legalissimi per carità! Ma anche il problema del supposto sovraffollamento di Firenze è una scusa, come il "green", per intrufolarsi nelle nostre abitudini, nella nostra gestione: non essere più padroni di nulla, né auto né casa, tantomeno se può dare da sfamare. Poveri e controllabili. Poveri e controllati. Ed ecco che fioriscono tornelli digitali ovunque: dai "varchi" concreti della viabilità a quelli più virtuali come le tasse di soggiorno (vergognosamente anche tra connazionali: uno schifo!), ai permessini vari per fare qualsiasi stronzata e ora, udite udite, ai sensori per chi piscia! Il bestiame va censito, che diamine! E dato che la casa diventa ormai una chimera, e dovremo sempre più rifugiarci in un qualche vespasiano per le prime necessità di uscita (dopo che quelle d'entrata saranno soddisfatte da una tessera a punti per il cibo, ma solo quello consentito), bisogna attrezzarsi a padroneggiare il "flusso" (in ogni senso) dei fruitori.
Già ora è importante sapere che se ti scappa alla stazione di Santa Maria Novella, paghi o un euro o una consumazione: entri digitando su un tastierino il codice alfanumerico presente sullo scontrino. Ma il problema non è solo l'obolo. Il fatto è che stanno affrontando la questione sotto il profilo della riqualificazione per introdurre un sistema di rilevazione finalizzato (cito "Il Tirreno", 19 novembre 2024) a "comprendere i comportamenti dei loro utilizzatori, residenti e soprattutto turisti (..) l’installazione di questi sensori non è da sottovalutare perché, per quanto in forma anonima, trasmetteranno al Comune una serie di informazioni importanti. Gli aggiornamenti sul numero di fruitori per ogni singolo bagno pubblico, che non è dato sapere se saranno in tempo reale o quotidiani, serviranno poi per studiare con attenzione la loro frequentazione". Un'attenta mappatura dei pisciatori insomma. Ci stupiremmo se venissero installate delle telecamere, ovviamente per questioni di sicurezza?
È quasi commovente pensare quanta cura ci si prenda di ogni aspetto del nostro vivere quotidiano: un c'è che dire: il benessere parte dal "licet"! Il restyling dei gabinetti prevede interventi "che potranno andare dal mosaico agli stickers, dal muralismo outodoor al videomapping fino ad arrivare alle installazioni interattive (SIC!!!, ndr), sonore o ambientali". Immagino quelli che già ora sfoggiano con orgoglio l'orologino per pagamenti elettronici (caramente tassati) come si sentiranno appagati da un'esperienza di cesso interattivo! Immagino ci vorrà una app o una special card...
Dato che gli italiani sono ormai gambe all'aria, diamoglici una sbirciatina!
Posso solo suggerire, a uomini e donne, di visitare Firenze non senza dotarsi di un bottiglione a bocca larga e portare sempre con sé un lungo poncho impermeabile facilmente ripiegabile, nonché vestimenti adatti a una "calata" d'emergenza. La disponibilità di uno spazio verde appartato è di gran lunga migliore e lo preferisco alle normali toilette pubbliche, che tanto son sempre sudicie, ma capisco che in città, data la folla di gente e soprattutto di telecamere, sia difficoltoso.
Intanto, arrangiamoci così; un c'abbiano a contare anche i peli di'culo!
..."E che andassero a cahà!" mi suggerisce qualcuno, ma io non indulgo a certe volgarità.
di Sara Lunghini
* Enrico Nigiotti, "Nonno Hollywood" (Sanremo 2019)
P.S. "Molte sono le operazioni finanziarie che vedono i Rothschild protagonisti della corsa alle privatizzazioni sancita dal neoliberismo occidentale. (...) Tutte le attività relative allo sfruttamento economico degli spazi commerciali, media & advertising, deposito bagagli e servizi igienici delle stazioni di Bari Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Genova Brignole, Genova Piazza Principe, Milano Centrale (...) sono finite nelle mani della famiglia più potente del mondo."
Pietro Ratto, "I Rothschild e gli altri" (Arianna Editrice, 2022) pag. 73.
Commenti
Posta un commento