PUNTO DI (non) RITORNO - Post-fazione di Alessandra Gasparini
Sara e Roberto, Sagittario e Leone, li ho incontrati mesi fa a Lastra a Signa, in prossimità di Firenze. Di loro ho sperimentato lo spirito accogliente e il desiderio di approfondire, assieme a me, loro ospite per la presentazione di un libro, le tematiche che più ci stavano a cuore. Ho scoperto, con autentica gioia, che erano le stesse, che condividevamo completamente la visione della società attuale e, in particolare, l’interpretazione degli accadimenti che hanno caratterizzato ‘l’era pandemica’ e, se così si può definirla, ‘post-pandemica’. Ritrovo in questa loro corrispondenza via e-mail, ricchissima di spunti, riflessioni, approfondimenti, le persone libere, coraggiose e determinate che avevo incontrato.
I temi qui affrontati sono davvero numerosi, scelgo perciò di elencare alcune parole chiave estrapolate da questo interessante saggio in stile epistolare, per soffermarmi su di esse e per condividerne la riflessione. Le esporrò non necessariamente in ordine di apparizione.
INGIUSTIZIA. In questi ultimi cinque anni abbiamo compreso in tanti (forse troppo pochi per Sara, più numerosi secondo Roberto) di essere governati da un regime fondato sull’ingiustizia. Questa consapevolezza ha creato PAURA, inquietudine. Per gli ‘inconsapevoli’, invece, si è trattato via via di paura del virus, paura del contagio, paura della morte, paura dell’altro, paura del presente e del futuro. Roberto-Leone al proposito fa un sogno “Ho sognato l’acqua che sa di marcio, un malconcio veliero con le stive svuotate, un molo pieno di mercanzie ammassate da cui salpare, la riva opposta di un oceano da traversare …”
VELIERO. Leone immagina di partire con un veliero, a cui dà il nome, significativamente, di Barcamenata, dai lidi di Venezia, per un VIAGGIO che è fuga, desiderio di tagliare i ponti con un mondo corrotto, con uomini ignoranti e facilmente manipolabili, con governi che non tutelano né proteggono i propri cittadini, bensì li espongono a gravi rischi. Ma è anche ricerca di qualcosa di nuovo, di autentico, che apra alla speranza di un progetto per il futuro.
DIVIETI e REGOLE. L’era pandemica è stata caratterizzata da molteplici divieti, dall’imposizione (spesso mascherata da suggerimenti, consigli, ripetuti sino allo sfinimento) di REGOLE, generalmente governate dal CAOS e dalla CONTRADDIZIONE, così da lasciare il POTERE e i suoi asserviti, a vari livelli, liberi di operare. Le menti, alimentate da confusione e ignoranza, non sono in grado d’intendere e volentieri si prestano all’OBBEDIENZA, anche di fronte a ordini assurdi, non veicolati dal ragionamento e dall’esperienza.
LIBERTÀ DI PENSIERO E D’ESPRESSIONE. LIBERTÀ DI SCELTA. l’Illuminismo ci aveva creduto, almeno a parole, ma nell’età delle emergenze questi valori di un tempo sono trattati con sufficienza, per non dire con disprezzo. Chi, come Sara e Roberto, continua a porli come valori centrali dell’esistenza, è destinato a sentirsi via via umiliato, escluso, diviso dal resto della società. Ma poi i due scrittori sanno bene come riprendersi. Leone sa ruggire, per esprimere la rabbia, ma ha molta forza interiore. Sagittario ha buone frecce nella sua faretra e lo incoraggia a superare lo sconforto. Leone brandirà la penna a mo’ di spada. Sagittario userà, quando necessario, le frecce. Ciascuno dei due non ama e non persegue il POLITICAMENTE CORRETTO, bensì l’analisi lucida e onnicomprensiva, senza censure arbitrarie, della realtà.
I GIOVANI. IL LINGUAGGIO. Un film che amo molto, “Dogtooth”, del regista greco Yorgos Lanthimos, che nelle sue magistrali opere ci descrive le malattie e le crude ragioni del POTERE, racconta di un padre che, per dominare completamente le due figlie, gemelle e adolescenti, le cresce personalmente, insegnando loro un linguaggio che non corrisponde a quello reale, tenendole rinchiuse in una casa con un giardino contornato da un altissimo muro. Lì si svolge la loro giovane vita, né potrebbe essere diversamente. Anche se, per assurdo, desiderassero oltrepassare il muro e ci riuscissero, non potrebbero sopravvivere nel mondo reale, di cui non sanno nulla, nemmeno il nome delle cose. L’uomo, cieco a tutto ciò che non sia il suo desiderio di dominare, non ha previsto che in una delle ragazze potesse crescere un seme non seminato da lui, ma in alcuni esseri connaturato: il seme della DISOBBEDIENZA.
PUNIZIONE. Nell’era pandemica si volevano punire i reprobi, chiamati con spregio ‘no-vax’. Sagittario: “Si parlava di ‘campi di contenimento’, di stanare i reprobi, esporli al pubblico ludibrio, mortificarli, punirli”. A Sara viene voglia di ritirarsi in un luogo nascosto e di vivere in clandestinità. A Roberto, di rinchiudersi nella cabina del suo vascello, o, più tardi, in un uovo gigantesco che possa contenerlo. E invece decideranno di reagire e di agire, creando LIBER-ALITER, “ il frutto, dunque, della rabbia e dell’orgoglio”, che non è solo un gruppo culturale ma anche e soprattutto il luogo in cui preservare la ricerca della verità, la consapevolezza, la Libertà.
LA CONTRADDIZIONE, IL CAOS. I nostri (e anche gli altri!) politici cadono continuamente in contraddizione, nelle parole e soprattutto nei fatti. Molti di noi non lo colgono, oppure lo accettano, come quando, presi dagli impegni stressanti di tutti i giorni, diciamo a volte: “Ma guarda, non aveva sostenuto che …”. Ma poi, stanchi e indaffarati, lo dimentichiamo. Così il CAOS regna, e il potere di alcuni sembra rafforzarsi. Sembra. Ma sarà proprio così? Sarà sempre così? Quando, per esempio, sentiamo l’ex ministro Speranza attribuire ai ‘no-vax’ il suggerimento “TACHIPIRINA E VIGILE ATTESA!” non notiamo una falsificazione completa della realtà , che dovrebbe inquietarci e indisporci?
TECNOLOGIA e INTELLIGENZA ARTIFICIALE. FILANTROPI. Roberto li definisce “filantroponi”, intendendo, credo, quelli che, ricchi sfondati, possiedono le multinazionali (delle armi, dell’informatica, della farmaceutica…). Incoscienti come bambini mai cresciuti, hanno per le mani tanto denaro e devono, oltre che mantenerlo, accrescere i profitti e, al tempo stesso, DOMINARE, governare le sorti dell’umanità. La tecnologia, ci ricorda Leone, non è cattiva in sé, dipende dai fini per cui la usiamo. Sagittario, che ha deciso per il momento di stare ferma per meglio riflettere e cercare di progettare il futuro, collega con rigore l’uso delle tecnologie a scopi militari: “Militare è Internet, militare è la geoingegneria, militare è il 5G, così come coperti da segreto militare (oltre che industriale) sono gli ingredienti delle famigerate inoculazioni”. A proposito di INTELLIGENZA ARTIFICIALE, personalmente consiglio la lettura dell’ultimo romanzo, da poco uscito, dello scrittore statunitense Dave Eggers, “The Every”, che ci descrive molto bene una realtà non troppo lontana da noi, dove, col pretesto del bene naturale e collettivo, ogni respiro che emettiamo, gesto o intenzione, reale o supposta, è sottoposto a sorveglianza e segnalato da IA estremamente efficienti e assolutamente “oggettive”.
GUERRA. Sara e Roberto concordano nella convinzione di essere in guerra, che questa che viviamo è già Terza Guerra Mondiale. Aggiungo che, secondo l’importante storico e sociologo francese Emmanuel Todd (“La sconfitta dell’Occidente”), questa guerra noi occidentali neoliberisti siamo destinati a perderla. Poiché non abbiamo più alcun valore autentico che ci accomuni e ci sostenga. Fluttuanti nel nichilismo, viviamo in pieno, ci dice Todd, ‘la deificazione del vuoto’.
Cosa possiamo fare, a questo punto, pensano Sara e Roberto (e io mi accodo), dal momento che nonostante tutto vogliamo, e ne abbiamo diritto, sentirci vivi, condividere, uscire dalla solitudine, nutrirci ancora di convivialità. Lasciare una traccia comune, che possa creare un futuro. In fondo, sempre più persone stanno imparando ad indignarsi. E il crollo delle vaccinazioni anti-Covid fa ben sperare, in termini di acquisto di consapevolezza. Roberto ci invita a reagire all’intento dei ‘poteri forti’ di rinchiuderci in casa e renderci passivi. A non stancarci di uscire e di lottare. Concludo, anche se le parole chiave sarebbero ancora tante (ma se ne occuperà il lettore attento) con le parole di Sara, che profondamente condivido: “L’Uomo, se intende salvarsi, almeno nella sua parte interiore, dovrà ancorarsi fortemente alla parte migliore di sé, coltivandola incessantemente, profondamente, severamente, faticosamente” .
di Alessandra Gasparini
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