PUNTO DI (non) RITORNO - Introduzione degli autori
Mentre l'umanità è
in bilico su uno spartiacque che separa, grossolanamente, un'epoca a.
C. (ante Covid) da una d.C. (dopo Covid), dominata da una prospettiva
neo-feudale e transumanista, un vascello salpa, sospinto
dall'inquietudine, alla ricerca di un attracco su lidi socialmente
più integri.
Nella sua
"barcamenata", metafora di un impossibile adattamento
all'iniquità dei tempi, il contatto con la terraferma si snoda in un
epistolario con chi decide di restare pervicacemente radicato ad una
dimensione stanziale e, forse, un po' misantropa.
Ne nasce un
confronto che, pur nelle differenze, scaturisce la consapevolezza di
trovarsi, fatalmente, su un crinale millenaristico in cui il
proposito di resistenza assume l'utilità di un faro, e la
testimonianza di umanità che implica pare riallacciarsi al prezioso
compito di preservazione degli amanuensi medievali.
Dalle attività
culturali del Gruppo Liber-aliter di Lastra a Signa (provincia di
Firenze) alle pagine di questo libro, il percorso di due voci
resistenti che hanno deciso di opporsi alla pianificazione
politico-finanziaria che, da una oscura cabina di regìa, condiziona
e inquina gli equilibri mondiali, insidiando ogni sovranità, dai
governi centrali fino ai più periferici gangli comunali; un impegno
a volte scomodo e invìso, che tuttavia risponde all'imperativo
morale di vivere il proprio tempo da svegli.
Sara Lunghini
Abbiamo deciso di
abbandonare, almeno momentaneamente, l'idea del romanzo preferendo
pubblicare uno scambio di opinioni che è corso sul freddo filo
invisibile della posta elettronica. In un romanzo puro, per
sua stessa natura, la schiettezza dei nostri pensieri, affidati a
personaggi e contesti velati da un'ipotesi di fantasiosità, avrebbe
rischiato di finire scolorita, se non addirittura snaturata.
Questo libro vuole
invece essere un'istantanea dalle tinte forti e priva di
ritocchi degli eventi in corso, affinché resti come testimonianza
non solo per chi arriverà dopo di noi, ma anche per quelli che se li
sono vissuti senza capirne la reale portata... un po' come se li
avessero incrociati con la testa in una busta della Coop. Come
ogni foto, anche questo libro è scattato da un preciso
punto di inquadratura; nello specifico, dal punto di vista di noi
condannati a subire sulla nostra pelle l'epocale transizione in atto.
Con ciò, ci faremo altri nemici? Ce lo siamo chiesto e ci siamo
risposti "poco ma sicuro"; la libertà di espressione però
prevale su tutto.
Per chiarezza,
nessuno si aspetti di arrivare alle ultime pagine e trovarci un
finale: discutendo di fatti in corso, non siamo ancora in grado di
scriverlo... magari lo
affronteremo nel prossimo libro, insieme alla trattazione di
questioni che nel frattempo non mancheranno di accendersi... in fondo
l'uomo, nel bene e nel male, non sa lasciare le cose essere nemmeno
per un momento.
Roberto Giorgetti
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