LEONE chiama SAGITTARIO, 5G risponde

 



foto presa dalla Rete

Buongiorno Sagittario,

che piacere rileggerti!!!... e ancora più piacere mi fa sapere che finalmente hai trovato e conquistato la dimensione giusta a cui tanto ambivi. Io invece sono ancora sbattuto dalle onde e in balìa di acque agitate da altri, con buona pace di tutti coloro che continuano a volermi convincere che ciò che ci accade dipende esclusivamente da noi stessi.

Parlare di onde, mentre tu mi scrivi di politicanti che rivendicano la pretesa di mettersi al volante delle nostre città nonostante abbiano ampiamente dimostrato di non saper guidare, mi porta a formulare una doppia associazione di idee: da una parte il ridicolo scudetto verdolino voluto da un egocentrico assessorino e, dall'altra, una conferenza sull'elettrosmog a cui ho assistito di recente tenuta dal professor Andrea Grieco. Ma andiamo per ordine.

Un giovane ambizioso, non sappiamo per quale ironia della sorte (crudele?), a un certo punto del cammin di nostra vita, immagino per imposizione del tutto disinteressata di qualche segreteria di partito, si ritrova a rivestire la carica di assessore con varie deleghe in una delle città più belle e importanti della nostra Penisola, tanto da essere stata definita Capitale della Cutura... almeno prima di diventarlo del degrado! Di recente quell'assessore, che secondo alcuni sarebbe il vero-sindaco e non il vice-sindaco come sta scritto nelle carte ufficiali, s'è incapunito sull'approvazione di un provvedimento volto all'appiedamento dei poveri. Come ben sai, per l'attuale classe dirigente l'adeguatezza e l'opportunità di una deliberazione non sono determinate dall'obiettivo di conseguire il bene collettivo, bensì dalla giusta coniugazione astradale con i temi più modaioli del momento (e forse con gli interessi di qualche comitato d'affari, ma questo non possiamo dirlo). Dunque, in epoca di terrorismo da riscaldamento globale e catastrofi geoingegneristiche travestite da calamità innescate dal fantomatico cambiamento climatico, quale idea migliore di dare una pennellata di grinne all'ennesimo atto d'imperio che, con la difesa dell'ambiente, non ha proprio nulla a che spartire? Va da sé che il nome che ne deriva è del tutto sconclusionato dal momento che, non difendendo un bel niente, non ha ragione di chiamarsi scudo e anche il colore, verde, associato a una linea di governo locale che non disdegna affatto il genocidio degli alberi, suona più stridulo di una nota uscita dal violino dell'eurodeputato(!) Nardelladario.

Ora però bando alle ciance: le questioni modaiole e la demagogia, non foss'altro per non abbassarsi al suo livello, lasciamole alla politica (rigorosamente con la "p" minuscola) e guardiamo i fatti dritti nelle palle degli occhi. In quella città, di cui non sto a farti il nome, esiste davvero un'emergenza ambientale legata alla circolazione dei veicoli a motore? Nì... e mi spiego meglio.

Se prendiamo come esempio una città a caso, fai conto Firenze, secondo l'IRSE (Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione), fra il 1995 e il 2019 le emissioni in atmosfera di CO₂ da circolazione veicolare sono aumentate del 5%, a fronte di una diminuzione globale del 7% (Prato è messa un po' peggio con entrambi i trend in crescita, rispettivamente del 19% imputabile al traffico e 23% globale). Con questo non sto dicendo che ce ne possiamo sbattere i coglioni, ma da qui a gridare all'emergenza tanto da appiedare, manco a dirlo, le classi meno abbienti ce ne corre. E comunque, se anche fosse, ha senso fermare i pochi veicoli supersiti a un paio di decenni di utilizzo e quindi: a) con basse percorrenze annue; b) di proprietà di chi non ha potuto comprarsi un'auto più recente e dunque c) molto probabilmente di piccole dimensioni e di bassa clindrata? Insomma, sbandierando un aumento del 5% di emissioni di CO₂ già neutralizzato da una dimunizione dell'emissione totale, perché, se non per antipatia di censo, privare del diritto alla mobilità autonoma proprio le categorie più in difficoltà? Ripeto, con questo non nego che esista un problema inquinamento (cosa diversa da un'emergenza) ma, per quanto riguarda l'autotrazione, come altre volte abbiamo avuto modo di discutere, la sorgente va semmai individuata nella propagazione delle polveri sottili, la cui produzione è direttamente proporzionale al peso (e quindi alle dimensioni e alla potenza) del veicolo e si sa, le auto attuali, sono più pesanti e potenti di quelle vetuste (per non parlare di quelle elettriche, gravate dalla zavorra delle batterie)... avrà mai ventilato nella testa del nostro assessorino di proteggere la città dalle supercar? Mah!... e comunque, se proprio si rivelasse indispensabile un contrasto all'aumento delle CO₂ in ambiente, basterebbe smetterla con la falcidiazione degli alberi e piuttosto pianterne di nuovi, oltre a darci un taglio con la cementificazione (ma anche di questo abbiamo avuto occasione di discuterne altre volte).

 Adesso cambio discorso, ma tu tieni a mente il dato del 5% che ti ho appena fornito; ci servirà più avanti.

Se l'inquinamento, diciamo tradizionale, del nostro habitat è in qualche modo percepibile (ti è mai capitato di soffiarti il naso con un una pezzola candida dopo una passeggiata lungo i marciapidi della circonvallazione?), ne esiste uno che non ha odore e non macchia la stoffa, è insapore e invisibile oltre a essere silenzioso e impalpabile: l'inquinamento elettromagnetico; una specie di fantasma nel quale siamo immersi a nostra insaputa, estremamente pericoloso per gli esseri viventi ma... come si dice, occhio non vede cuore non duole e allora, siccome i nostri sensi non lo percepiscono, ci prendiamo (la politica si prende) l'irresponsabile ardimento di ignorarlo. Intanto mi domando se il nostro assessore ne avrà mai sentito parlare; tu che ne pensi? Secondo me no, e per questo si avvale del principio del calambrone: il suo peso, in relazione alla superfice alare, gli impedirebbe di volare; ma siccome lui non lo sa, vola lo stesso... nel caso del para-sindaco, siccome non sa di essere inadeguato, impera lo stesso!

Consapevole della mia ignoranza in materia e susandomi in via preventiva per tutte le imprecisioni tecnico-scientifiche che commetterò, ma partendo da un dato di fatto acclarato, mi assumo la responsabilità di condividere con te alcune informazioni che ho appreso dalla conferenza a cui ti accennavo poc'anzi: ogni volta che abbiamo un transito di corrente si genera un campo elettromagnetico, e su questo direi che non ci piove tant'è che me lo ricordo dalle lezioni di fisica alle scuole superiori.

Prima però di procedere nel ragionamento è bene sgombrare il campo dall'ipocrisia, alla quale sono intollerante più delle melanzane sott'olio nel panino col lampredotto: così come non si può avere un ambiente scevro da anidride carbonica (non ci sarebbe vita), non è ipotizzabile un contesto privo di campi elettromagnetici, che vanno distinti in naturali e artificiali. Per i primi si spazia dai fulmini all'irraggiamento solare (la stessa luce è un'onda elettromagnetica) passando per il nostro organismo, infatti il cuore e il cervello funzionano per stimoli elettrici. L'elenco di quelli artificali non sto a fartelo, ma si va dal mega elettrodotto al Wi-Fi di casa... ora però prendiamoci per mano per abbandonarci a quattro passi nella nostalgia della storia recente.

La nostra generazione è cresciuta col telefono attaccato al filo; quella dei miei genitori manca poco coi segnali di fumo. Senza farci troppe domande abbiamo attraversato l'evoluzione della telefonia mobile a partire dai veicolari Etacs (450 Mhz), tramontati nel giro di pochissimo tempo per lasciare campo libero ai primi mattoni con antenna estraibile, autonomia della batteria di qualche ora e captazione del segnale solo a favore di vento purché moderato; intorno alla metà degli anni 'Novanta del secolo scorso, con l'avvento del 2G (seconda generazione della telefonia mobile) provammo il brivido di inviare in tempo reale e senza leccare il francobollo brevi messaggi di testo (900 Mhz). Con l'avvento del 3G è iniziata l'interazione fra gli esseri umani e le cose che possono d'ora in avanti dialogare fra di loro in modo biderazionale: il bipede può comandare da remoto l'accensione della caldaia mentre l'impianto d'allarme può spifferare all'umano che è in atto un'intrusione dalla portafinestra del soggiorno; che l'uomo sia il mittente o il destinario del messaggio conserva ancora un ruolo attivo (dettaglio non da poco, come vedremo). Col 4G aumenta la quantità di dati e la velocità di trasferimento, così che il derubato può finalmente vedere - in diretta e con apprezzabile livello di definizione - il ladro in azione direttamente sullo schermo del suo telefonino. Ed eccoci ai giorni nostri col 5G e l'internet delle cose, cioè agli oggetti che si scambiano informazioni fra di loro non solo senza l'interazione dell'uomo, ma anche alle sue spalle. Un esempio? Lo scaffale, collegato a un sensore di peso, di sua sponte ordina la fornitura di bulloni al computer che gestisce la filiera dell'industria metalmeccanica il quale, a sua volta, affida la consegna a un drone. Al gestore della ferramenta non rimane che pagare la fattura (per ora).

Alla fine del 2024 avevamo circa 17 miliardi di dispotivi connessi; la prospettiva è quella di raggiungere quota 30 miliardi nel 2030 (praticamente domani) con una densità di un milione per chilometro quadrato nelle zone a maggior concentrazione abitativa. Ma, ahimé!, non è finita qui: col 6G avremo l'internet dei corpi, ovvero il corpo delle persone dialogherà con le macchine bypassando il cervello umano e anche qui mi permetto di avanzare qualche ipotesi: il corpo potrà inviare parametri diagnostici alle stazioni di telemedicina e ricevere, sempre tramite onde elettromagnetiche (poi vedremo come), le relative "cure" senza che l'(ex)uomo abbia nemmeno saputo di essersi ammalato; molto più banalmente, lasciare che il pos di uno sconosciuto, facendo sponda su un microcip sottocutaneo, effettui prelievi dal conto corrente del minus sapiens di turno. Pensa che bello: col 6G i politici potranno finalmente ricevere tangenti e dire a mia insaputa esperando di essere creduti!

Per capire meglio la differenza fra le varie generazioni di telefonia mobile e familiarizzare con le onde elettromagnetiche è necessario soffermarci un attimo sui parametri che le caratterizzano: la lunghezza d'onda, espressa in millemetri o in metri, identifica la distanza fra due creste consecutive; il periodo, quantificato in secondi o nanosecondi, esprime il tempo che l'onda impiega a compiere un'oscillazione completa; la frequenza corrispende al numero di oscillazioni che effettua nell'unità di tempo; l'ampiezza indica la massima oscillazione dell'onda rispetto al suo valore medio. Non vanno poi trascurati la velocità di propagazione che, in aria o nel vuoto, equivale a circa 300.000 km/s - corrispondente alla velocità della luce - e il tempo di latenza, cioè quanti secondi o millesimi di secondo impiega la Rete per rispondere a uno stimolo; quest'ultimo e l'ampiezza sono i parametri che ci interessano in questo momento; vediamo perché.

Dal valore dell'ampiezza dipende direttamente l'intensità dell'onda - ovvero la capacità che ha di trasportare energia e informazioni - quantificata in Watt per metro quadrato: maggiore è l'ampiezza e maggiore è la capacità di trasporto. Tanto per farci un'idea del salto di qualità, il tempo medio di latenza medio è passato dai 20 millesimi di secondo del 4G al millesimo di secondo del 5G. Ma abbiamo davvero bisogno di tutta questa tempestività? A mio parere, per noi intenzionati a rimanere umani, assolutamente no! Diverso è il discorso dal punto di vista dei transumanisti i quali, auspicando l'annientamento della volontà dell'uomo fino a volerlo derubricato a semplice manichino animato (ma non pensante), hanno la necessità di avvalersi di macchine stupide quanto vuoi, ma rapidissime. Sempre per questa ragione hanno bisogno anche della copertura totale del globo terracqueo, ti basti pensare alle auto a guida autonoma di Elon Musk che devono scambiarsi continue informzioni - sia fra di loro che con gli impianti di terra - in tempi rapidissimi e senza incertezze: 19 millesimi di secondo, o un vuoto di copertura di qualche istante, fanno la differenza fra l'affrontare una curva o finire nel baratro. All'(ex)uomo, da bravo manichino quale nel frattempo sarà diventato e tanto per darsi un tono, sarà riservato l'ingrato compito di portare in giro abiti firmati da qualcun'altro e comprati su Amazon.

Soffermiamoci ancora un attimo sull'ampiezza dell'onda elettromagnetica: al suo aumentare (siamo arrivati a 27 Ghz per il 5G) aumenta la capacità di trasporto di informazioni nell'unità di tempo, lo abbiamo già detto. Tutto ciò genera un'arsione incredibile di incrementi di ampienza di banda per far fronte al crescente bisogno di traffico dati. Non manca però il rovescio della medaglia, infatti maggiore è l'ampiezza di banda, minore è la penetrazione dell'onda attraverso i corpi fisici. Oggi la banda più bassa utilizzata corrisponde a 700 Mgz e viene utilizzata per le macro celle, roba con un raggio di copertura di qualche chilometro attorno alla stazione radio base; le micro celle, situazione intermedia, si avvalgono di 3,7 Ghz. La copertura delle piccole superfici è affidata alle 27 Ghz, così poco penetranti da essere ostacolate non solo dalle pareti degli edifici, ma anche dalle tanto odiose piante ad alto fusto poiché hanno la chioma, la chioma è folta di foglie e le foglie, contenendo molta acqua, rompono indicibilmente i coglioni al segnale. Per questa ragione è necessaria l'installazione di una selva sempre più fitta di antenne che, insieme a quelle palesate, ce le ritroviamo già nei corpi illuminanti dei lampioni e presto anche affogate nei tombini stradali e nelle pensiline delle fermate degli autobus. E se fosse sempre questa la ragione per cui che le amministrazioni pubbliche si sono lasciate folgorare dalla passione per le motoseghe e dalla sfrenata corsa a chi abbatte più alberi? (alla faccia del riscaldamento globale e delle emergenze da CO₂!).

Nel frattempo non aspettarti che vengano rimosse le antenne del 3G e del 4G: in virtù dello scientificissimo principio di precauzione per cui nel più ci sta il meno, rimarranno dove sono!

Solo perché ti conosco e so quanto sei curiosa, ti racconto com'è impostato il sitema di copertura globale. Ti ho già detto che il piano disumanizzante prevede la copertura globale del pianeta, senza che nemmeno una superficie pari a una capocchia di spillo rischi di non essere servita dal benefico segnale. Dunque, l'irradiazione sugli oceani è riservata ai satelliti; solo gli USA hanno in previsione di lanciarne in orbita altri 20.000 di cui 12.000 aggiudicati dalla Starlinks del già ricordato filantropone Elon Musk... ma puoi giurarci che Russia Cina e India, solo per citarne qualcuna, non staranno a guardare il cielo con le mani in mano. Per contenere il tempo di latenza e il dispendio di energia, voleranno... o meglio, orbiteranno, nell'orbita bassa compresa fra i 440 e i 540 chilometri di altezza dove presto ci sarà più traffico che in via Pratese all'Osmannoro nell'ora di punta. I potenziali incidenti satellitari potrebbero essere pane per la prossima emergenza? Ai posteri, ma forse già a noi un po' più anziani, l'ardua sentenza! Il dispiegamento di segnale sulle terre emerse invece, come già detto, si avvale (oltre che dei satelliti) di una costellazione a maglia sempre più stretta di antenne, mentre il cosiddetto ultimo chilometro rimarrà appannaggio del cablaggio in fibra ottica. Non saranno disdegnati nemmeno i droni, utili al rafforzamanto sporadico dell'irrorazione di segnale in caso di eventi che richiamino la partecipazione di grandi folle (a cui offrire il servizio di copertura ma soprattutto da controllare e monitorizzare).

Ti starai chiedendo perché tutto questo pippone, ma soprattutto... perché dovrebbe riguardarci?

Lancet, la più accreditata rivista in campo medico, ha pubblicato un diagramma che evidenza la densità di flusso; in sostanza, quanta energia dovuta ai campi elettromagnetici è presente nell'ambiente separando quella generata dalle sorgenti naturali (fondo naturale) dai valori rilevati rispettivamente nel 1950, 1980 e 2010 (che sembra ieri ma sono passati 15 anni con tutto quello che ne concerne). A prima vista, dando un'occhiata al grafico, verrebbe quasi da tirare un sospiro di sollievo ma, come mi ha fatto notare un amico esperto di fisica, la scala verticale è logaritimica, ragion per cui ogni tacca va moltiplicata per mille... ne viene fuori che nel 2010, la densità di potenza in città come Milano o Firenze, ha raggiunto un incremento di un miliardo di miliardi di volte rispetto al "fondo naturale". Ma noi, da bravo popolino-gregge, continuiamo pure a farci le seghine a mani giunte con l'aumento del 5% di CO₂ (tranquillamente neutralizzabile) per appagare l'ego smisurato di chi gode ad appiedare i poveri. 

Siamo d'accordo e l'ho premesso: il brodo elettromagnetico in natura esiste e la vita vi si è sviluppata, ma l'uomo lo ha stravolto in maniera pazzesca procedendo a occhi bendati, disconoscendone a tutt'oggi quali potrebbero esserne gli effetti già nel brevissimo termire (non escludo che già li stiamo inconsapevolmente subendo). A me ricorda la corsa a farsi incoculare un siero genico sperimentale firmando un consenso (dis)informato su un segreto militare, ma questo è un tema di cui abbiamo ampiamente dibattuto nel nostro carteggio “PUNTO DI (non) RITORNO“ e non ci interessa adesso rivangarlo.

 Ma siamo sicuri che l'inquinamento elettromagnetico faccia male? Possiamo girarci dall'altra parte avvalendoci della eventualità che sia innocuo? Lo escluderi, o comunque ci aggrapperemmo a una probabibilità infinitesimale. Teniamoci ancora per mano e proseguiamo il cammino nel nostro ragionamento.

Le onde elettromagnetiche si dividono in due filoni, quelle ionizzanti che rompono i legami chimici delle molecole biologiche (in primis il DNA) e quelle non ionizzanti la cui energia non è sufficiente a rompere i legami molecolari; la banda delle onde radio rientra in quest'ultime. Ma basta a farci star tranquilli? Assolutamente no, o perlomeno potremmo esserlo se esposti a piccole dosi (non è certo il caso di un incremento - raggiunto già 15 anni fa - di un miliardo di miliardi di volte rispetto al fondo naturale); tanto per capirci, le onde del forno a microonde sono non ionizzanti eppure, un pollo tempestato da quelle radiazioni, cuoce in pochi minuti. Forse è un caso, io non me ne intendo, ma la frequenza di 2,4 Ghz che cuoce il pollo è la stessa del Wi-Fi! Il professor Grieco fa l'esempio del bowling: se lanci una palla da bowling (onda ionizzante) sui birilli e hai una buona mira fai straike; se lanci una pallina da ping-pong (onda non ionizzante) puoi avere la mira buona quanto vuoi, ma di birilli non ne butti giù nemmeno uno. Ma se anche senza perndere la mira rovesci un camion di palline da ping-pong sui birilli, cosa succede? Ti lascio l'onore della risposta; il resto lo fanno la modulazione e la polarizzazione portandoci a un brevissimo cenno sulla telemedicina.

Le onde elettromagnetiche, con intensità abbondantemente al di sotto dei limiti di legge di cui poi parleremo, possono essere utilizzate, se opportunamente conformate a beccare la frequenza giusta, per distruggere un virus o una cellula impazzita. Ma allo stesso modo, se viene intercettata la molecola buona, può essere ingenerata a distanza la malattia nel soggetto sano. Le molecole, a partire da quelle dell'acqua (culla della vita) fino a quelle del DNA, funzionano come antenne... se ci sommi che alle armi elettromagnetiche sono interessatissime le strutture militari (vedi cercapersone che esplodono a distanza e panfili affondati con armi a energia diretta) c'è poco da star tranquilli... e di nuovo, sarà una coincidenza ma io alle coincidenze non ci credo, proprio come ai tempi del Coronabusiness i militari tornano a fare squadra con le tecniche per la manipolare del DNA.

Per fortuna a tranquillizzarci arrivano i limiti di legge imposti dai governi (capirai!), che si avvalgono delle indicazioni fornite dall'O.M.S.(!) e dal ICNIRP (Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti). E vediamoli 'sti limiti che, se rispettati, il 62% dei siti italiani sarebbe inespugnabile dal 5G: di recente sono stati aumentati da 6 a 15 Volt/metro, ma non per i luoghi di lavoro dove i cosiddetti mangiatori inutili possono essere irrorati con 60 v/m. Tieni conto che il valore inteso come limite non è quello di picco, bensì quello medio dell'onda (che rimane molto basso rispetto al picco trattandosi di onde estremamente brevi); il carico da undici ce l'hanno messo il nostro amato Montimario e il suo decreto del 2012 col quale leggitima un'ulteriore media fra i valori rilevati nell'arco delle 24 ore (va da sé che le rilevazioni notturne abbassano enormemente i valori medi). Chiaramente questo vale per l'Italia; negli altri paesi europei le 24 ore diventano 6 minuti, pari al tempo che impiega il sistema di termoregolazione a smaltire il calore in eccesso (le onde non ionizzanti non spezzeranno i legami delle molecole biologiche, ma provocano un elevatissimo e pericoloso riscaldamento dei tessuti).

Non ci tranqullizza nemmeno l'atteggiamento della comunità scientifica che, con un fare che ricorda vagamente un certo Ponzio Pilato, afferma di non avere prove che l'inquinamento elettromagnetico sia dannoso, ma sono necessari ulteriori accertamenti… d’altra parte il vento nelle vele della Scienza sono i dubbi! Insomma, dal DDT, dal cemento-amianto (Eternit) e dal Coronabusiness non abbiamo imparato proprio una sega!

In tutto questo non riesco a non vederci un nesso col controllo globale e con la fortificazione, invisibile ma inespugnabile, delle città da 15 minuti e non dirmi anche tu che sono complottista (semmai complottomane): sarei ben felice di essere smentito con argomenti validi!

Letteralmente digitalizzazione significa ricondurre a numero; la digitalizzazione dell'essere umano dunque punta alla totale spersonalizzazione fino alla disumanizzazione, rendendolo di fatto in tutto e per tutto equiparabile e controllabile come un computer che ragiona e agisce solo in termini numerici: non avrai nulla (leggi sarai nulla) e sarai felice (leggi non penserai)… ma non senza prima farci passare per la fase del rimbecillimento totale. Possiamo difenderci da tutto questo? Certo che sì; tanto per cominciare smettendola di convalidare i politicanti che non solo non ci hanno protetti ma addirittura ci hanno svenduti alla follia del transumanesimo… il tempo però sta stringendo: se non drizziamo la schiena e alla svelta l'umanità sarà inglobata per disciogliomento nella stupidità veloce della cosiddetta intelligenza artificiale (ossimoro, e anche di questo abbiamo già abbondantemente discusso)... tanto per capirci, esattamente com’ha fatto il fu-M5S che s’è liquefatto nel PD.

Tornando alle cose di casa nostra, chiudo con una considerazione sulla presentazione d’esordio del nostro carteggio. Senza nulla togliere alla grande soddisfazione per la partecipazione numerosa e il coinvolgimento degli intervenuti, con una punta d’amarezza mi tocca raccontarti di un episodio che mi è stato riferito e del quale sono convinto, sul momento, non ti sei accorta nemmeno tu.

A detta di qualcuno che era sulla porta per fumarsi una sigaretta, pare che un signore si sia alzato infastidito e sia uscito dal locale bofonchiando qualcosa del tipo dopo questa le ho sentite tutte. A indisporlo, data la sequenza degli accadimenti, sarebbe stata la tua citazione della frase riportata sulle quattro facciate del Palazzo della Civiltà Italiana, meglio conosciuto come Colosseo quadrato: "Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navivigatori di trasmigratori". Insomma, un elenco di attitudini tutt'altro che lesive dell'onorabilità del Popolo italiano, almeno che non si voglia vedere il male per partito preso (o perché presi in ostaggio dal partito) anche là dove non ce n'è; capirei se ci fosse stato scritto un popolo di mentitori di giullari di demoniaci di teste bacate di politici corrotti di venduti di perdigiorno. Dunque, cosa potrebbe aver indignato così tanto questo signore da spingerlo a un comportamento quantomeno maleducato e irrispettoso nei nostri confronti, della presentatrice, di tutti i partecipanti e del locale che ci ospitava? Immagino un collegamento mentale in forma estremamente rudimentale fra vari elementi, ovvero la citazione incriminata, il discorso da cui è stata estrapolata e l'epoca di costruzione dell’edificio su cui è scolpita. Partiamo dal fondo.

Il Palazzo della Civiltà Italiana, pensato nel 1936 per ospitare l'Esposizione universale del 1942, venne inaugurato nel 1940 ma completato in epoca post-bellica, dopo la caduta del regime fascista. Seppur terminato in un periodo successivo, sarebbe quindi improprio non far risalire l'opera al Ventennio; distinguere il valore architettonico dal contesto politico è però altrettanto doveroso. L'edificio monumentale, che a tutt'oggi rappresenta l'emblema del Razionalismo italiano, per volere del Ministero per i beni e le attività culturali è stato oggetto di un lungo restauro iniziato con la fase progettuale nel 2006 (Governo Prodi) e concluso nel 2010 (Governo Berlusconi). Poiché tale operazione riguardò in particolar modo le facciate, oltre che il piano terreno, se la frase scolpita nel travertino è così scandalosa, mi chiedo per quale ragione gli ordimanenti democratici non colsero l'occasione per cancellarla? Ma andiamo avanti. Da metà degli anni 'Ottanta del secolo scorso, il Colosseo quadrato è interamente in gestione all'Ente EUR, oggi EUR S.p.A., Azienda pubblica italiana controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze; presidente della società è Enrico Gasbarra, già presidente della Provincia di Roma e vice-sindaco di Roma ai tempi di Veltroni, in seguito deputato ed europarlamentare oltre che esponente del PD dal 2007. Per finire, Geopop, testata non certo anti-sistema, asserisce che l'edificio in oggetto "incarna la potenza, l'eccellenza e il genio del popolo italiano". Innegabile infine che la citazione sotto accusa vada ricondotta al Duce, estrapolata dal suo discorso del 2 ottobre 1935 pronunciato in sfida alla Società delle Nazioni.

Terminata la breve ricognizione storica, chiediamoci se siamo esseri pensanti, dotati di capacità di analisi critica, o fantocci che reagiscono a preconcetti standardizzati: se ti ricordi, ne abbiamo già discusso nel nostro carteggio a proposito della meritocrazia e del clientelismo, del servilismo e della competenza; purtoppo spesso sembra contare più la scatola del contenuto.

In conclusione delle due l'una: il signore, convinto che gli italiani non siamo altro che una manica di cialtroni, se n'è andato perché offeso dalla citazione d'elogio al popolo italiano (in questo caso è molto probabile che fosse uno straniero); ha (re)agito per automatismo seguendo la linea retta del pensiero acritico Mussolini-uguale-male, ovvero forma base del pensiero che procede per schemi scatolati. In questo caso si sarebbe verificato l'ennesimo ribaltamento dei ruoli: non più la Cultura come argine alla politica, bensì la politica che pretende di tirare la cultura per la giacchetta ritenendola uno strumento a sua disposizione.

Se tu adesso fossi qui mi accuseresti di essere ossessionato dalla politica; mi pare di sentirti: che c'entra ora la politica? C'entra per Dio!: chi, se non la politica, inscatola i preconcetti e gli distribuisce creando schemi che chiedono solo di essere assorbiti acriticamente?

Ti sembrerà strano, ma il partito (sempre il solito!) che è maestro in tutto questo, è anche il partito di riferimento di un comico (e revisionista storico) ch'ebbe a dire Anche Pacciani qualche volta avrà detto buongiorno!, intendendo che anche i soggetti ritenuti peggiori occasionalmente possono dire qualcosa di buono; sta alle persone intelligenti valutare di volta di volta. A quell'uomo che se n'è andato maleducatamente senza salutare, tante volte non fosse straniero ma si fosse lasciato influenzare dal Partito, oltre a invitarlo a riflettere su qual è il ruolo della Cultura, vorrei ricordargli che nell'elencare una serie di caratteristiche oggettive di noi italiani non c'è nulla di scandaloso... nulla, in confronto al sentir rispolverare la superiorità raziale durante la tristemente nota manifestazione per il riarmo e, conseguentemente, pro guerra, pro odio, pro sofferenza… e concludo cogliendo una parafrasi: fascista è chi il fascista fa per fatti conludenti, non chi cita una frase storica.

A proposito di guerra e di riarmo, fra i vari argomenti toccati nel carteggio ricorderai che abbiamo discusso della moderna tratta di esseri umani ipotizzandola finalizzata a riempire le fila dell'Esercito europeo. Mentre il manoscritto era in fase di revisione, manco a farla apposta, salta fuori la follia del riarmo. Capisco che i nostri nemici ci tampinano passo dopo passo, ma non mi sarei mai aspettato che ci volessero così bene da investire 800 miliardi per dimostrare che con i nostri ragionamenti non pisciamo poi tanto lontano dal vasino!


Immagino che i lavori per la sistemazione della tua reggia ti stiano impegnando molto, evito quindi di rubarti altro tempo. In realtà, cara Sagittario, dopo la manifestazione romana del 15 marzo, potremmo andare avanti per ore e ore fino a compilare un'intera enciclopedia a volumi solo citando le incoerenze vomitate da certi personaggi, loro si finiti alla deriva, altro che io sulla mia Barcamenata...; minuscoli personaggetti che in cambio di qualche mollichina di vanagloria (ma va bene anche un incarico pubblico ben retribuito!) giocano, come dici tu, palesemente alla nostra distruzione. Non per questo rinnego il valore di citazioni di alcuni di loro, risalenti a tempi andati in cui dimostravano grande lucidità analitica e indipendenza dal potere (ogni riferimento a Roberto Vecchioni, e non solo, è voluto).

Fra le organizzazioni che menzioni come partecipanti, quanto a livello di contraddizione spicca Legambiente le cui teste pensanti evidentemente sono convinte di andare all'assalto di Mosca con carrarmati a pedali dotati di cannoni a elastico, al limite impugnando qualche pistolina a fulminanti caricati polverizzando lo zolfo dei cerini. La cintura nera di disorientamento cognitivo spetta però a colui che invita, per favore, a essere un po' più stupidi. Un'uscita del genere è interpretabile come la presa d'atto della sconfitta da parte di chi, ritrovatosi stretto fra l'uscio e il muro per reiterato servilismo al potere, confida nell'attenuante dell'infermità mentale.

Leone

 

di Giorgetti Roberto


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